Così come per i balconi, anche nel caso di una terrazza si può parlare di risanamento conservativo (intervenire senza demolire) quando il supporto preesistente non presenta livelli di degrado per cui non è possibile né recuperarlo né ripararlo.
In questo caso il rifacimento della terrazza è finalizzato al ripristino della funzione di tenuta all’acqua, ovvero alla sua impermeabilizzazione. Inoltre, il costo sostenuto per questo tipo di intervento è recuperabile al 50% grazie al bonus ristrutturazione.
Terrazza, come valutare la recuperabilità
Dato che il rifacimento è indirizzato al recupero degli strati di copertura esistenti, è innanzitutto importante stabilire quali sono le cause del degrado:
– naturale processo di invecchiamento del manto impermeabile;
– utilizzo di materiali non idonei;
– cattiva esecuzione della posa in opera;
– errori progettuali nella stratigrafia.
La valutazione delle cause deve essere eseguita da professionisti specializzati che potranno determinare la “recuperabilità” dello stato dei luoghi e quindi la fattibilità dell’intervento di risanamento conservativo.
In questo articolo esamineremo il caso di un manto impermeabile soggetto al naturale processo di invecchiamento, fornendo indicazioni di carattere generale per l’impermeabilizzazione con membrane bituminose.
Foto: membrana prefabbricata bituminosa
Terrazza, tipologie di membrane impermeabilizzanti e sistemi di posa
L’impermeabilizzazione può essere realizzata con:
– membrane autoadesive bituminose, ideali per la posa a freddo, ovvero incollata;
– membrane prefabbricate bituminose, tra cui quelle autoprotette o ardesiate, ideali per la posa a caldo, ovvero con uso della fiamma.
Terrazza, la valutazione della tenuta all’acqua
Come già sottolineato, il primo step è analizzare il supporto esistente. I casi che si possono verificare sono generalmente due:
Caso 1) manto impermeabilizzante a vista, ossia non protetto, di solito costituito da membrana bituminosa e contraddistinto dal colore nero;
Caso 2) manto impermeabilizzante non a vista, ossia protetto per esempio da verniciatura, ghiaietto, ardesia o pavimentazione.
Risanamento conservativo del manto impermeabile a vista
Nel primo caso – manto impermeabile privo di protezione – dobbiamo distinguere tra i seguenti sotto casi:
Caso 1.1) manto invecchiato ma ancora impermeabile, planare e aderente al supporto; in questo caso, fatte, qualora richieste, alcune operazioni preliminari di riparazione (riparazioni di bolle e/o fessure di modesta entità) e un’accurata pulizia, è possibile posare il nuovo manto impermeabilizzante in totale aderenza al supporto attraverso la posa a caldo o la posa a freddo.
Caso 1.2) manto invecchiato e non più aderente: per esempio, sono presenti rilevanti pieghe a cavallo delle linee di accostamento dei fogli di membrana, agli angoli e in prossimità di tutte le parti sporgenti come camini, tubazioni, lucernari ecc.
La presenza di questi corrugamenti presume che vi sia dell’umidità intrappolata fra gli strati. In questo caso il nuovo manto impermeabilizzante dovrà essere posato in semiaderenza, su delle strisce di membrana impermeabilizzanti e incollate precedentemente a fiamma sul supporto preesistente; in questo modo, è come se si creasse una micro-intercapedine che permette al vapore acqueo intrappolato di diffondersi senza formare bolle sul nuovo manto.
Foto: membrana prefabbricata bituminosa
Risanamento conservativo del manto impermeabile non a vista
In questo caso la nuova stratigrafia va incollata sul vecchio strato protettivo. In presenza di uno strato protettivo, sarà necessario valutare il suo stato manutentivo prima di procedere alla posa del nuovo rivestimento. Qualunque tipologia esso sia – ardesia, vernice, pavimento – è fondamentale verificarne l’aderenza al supporto sottostante.
Su un manto impermeabile protetto è possibile procedere sia con la posa a caldo con membrane bituminose, sia con quella a freddo con membrane autoadesive. In particolare, se si optasse per la posa a caldo, bisognerebbe provare su piccole superfici la sensibilità a calore, poiché l’uso della fiamma potrebbe danneggiare l’esistente, creando distacchi e lesioni. In tal caso, per procedere con la posa a caldo si dovrà prevedere una mano di primer prima della posa della nuova membrana.
Una particolare attenzione va dedicata al caso della pavimentazione esistente: per la sovrapposizione su vecchie pavimentazioni, bisognerà verificarne l’ancoraggio; eventuali piastrelle in fase di distacco devono essere rimosse e la cavità stuccata con malta cementizia rapida. Se la superficie è friabile bisognerà applicare il primer.
L’impermeabilizzazione, oltre ai metodi fin ora esposti, può essere realizzata anche con impermeabilizzante liquido, che è estremamente elastico e capace di ricevere nuove mattonelle incollate, ma ne parleremo più specificamente in un altra News.