Impregnante per legno, tre bianchi a confronto

by Pia Pugliesi

Si fa presto a dire impregnante per legno. Sì, ma quale impregnante? Questa vernice offre diverse opportunità.

Liquidare l’argomento sostenendo che l’impregnante è un formulato che consente la conservazione del legno, valorizzandone l’aspetto naturale e mettendone in risalto le venatura, è riduttivo.

Sostenere che l’impregnante preserva il legno dagli attacchi bioligici, come i funghi dell’azzurramento, i funghi della marcescenza e perfino gli insetti xilofagi (tarli), non sempre è corretto. Leggete l’ultimo paragrafo di questo post e prestate attenzione*

Classico, ceroso e gel: tre sfumature di bianco per gli impregnanti Rio Verde

Impregnante per legno, a cosa serve?

L’impregnante all’acqua, con le sue tinte vivaci e per le sue qualità protettive, viene steso su finestre, persiane, scuri, serramenti in genere, rivestimenti, travi, perlinature, balconi, cottages, staccionate, gazebo, pergolati, fioriere, casette, mobili da giardino…

Passiamo ora in rassegna quali sono i punti di forza dell’impregnante.

L’impregnante deposita in profondità gli agenti protettivi del legno e lo scherma dalle infiltrazioni dell’umidità. È per questo che, grazie all’applicazione di questo rivestimento, il legno diventa idrorepellente. Peraltro, l’idrorepellenza non compromette l’equilibrata e indispensabile permeabilità che consente al legno di “respirare” attraverso i pori.

L’impregnante per legno colora in maniera uniforme il manufatto grazie all’impiego di ossidi di ferro trasparenti, sostanze in grado di assorbire la radiazione UV dannosa e di difendere il legno dal sole. Si comporta un po’ come la crema abbronzante sulla pelle…

L’impregnante impedisce la degradazione della lignina, che è la molecola strutturale del legno;

L’impregnante, infine, protegge il legno veicolando in profondità particolari “assorbitori di radicali liberi” e altre sostanze stabilizzanti in grado di legarsi chimicamente alla lignina e di difenderla dal naturale invecchiamento.

Tali caratteristiche sono talmente ricercate (soprattutto nella verniciatura di finestre, persiane, infissi in genere) che per molti non professionisti “impregnante” è gradualmente divenuto sinonimo di “vernice“.

L’impregnante per legno gel è ideale per le travi

Impregnante per legno, colori, effetti e semplicità di utilizzo della gamma Rio Verde

Ma veniamo all’argomento del giorno: la comparazione di tre tipi differenti di impregnante all’acqua offerti dalla ricca gamma Rio Verde. Nel video-tutorial pubblicato sotto abbiamo deciso di mettere a confronto tre bianchi. Una bella sfida tra impregnante classico, impregnante ceroso e impregnante gel.

Lo ammetto: sbiancare il legno mettendo in evidenza le proprie venature per il sottoscritto è irresistibile.

Quale dei tre gradi estetici di copertura faccia al caso tuo, decidilo in piena autonomia, guardando il filmato. Qui ti segnalo le differenze che rendono questi impregnanti particolarmente cool.

Impregnante per legno classico bianco [RM2010]. È il padre-famiglia. La tradizione. Si stende a pennello che è una bellezza. Dopo qualche anno puoi riverniciarlo senza lo sbattimento della carteggiatura. Evergreen.

Impregnante per legno effetto cera bianco [RC1830]. Aggiungi alle parole appena trascritte il fatto che avvolge il legno, conferendogli un soffice effetto ceroso. L’acqua gli scivola sopra. Una sicurezza.

Impregnante per legno gel bianco [RG1630]. Più che una vernice è una furbata. La applichi con una spugna e non sgocciola. Ideale per travi. Salva dallo sporco e fa felice la lavatrice.

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Oggi non c’è bisogno di scrivere il paragrafo “Come fare” poiché è tutto semplice e intuitivo.

Però, voglio darti alcuni consigli.

Se decidi di usare uno di questi impregnanti su legno già verniciato con altri prodotti, abbi cura di carteggiarlo (carta abrasiva grana 150).

Di mani ne puoi dare da una a tre, in base ai tuoi gusti e al grado di copertura che vuoi raggiungere. Io ho optato l’approccio soft. Quindi, ho dato una sola mano. Tra una mano di impregnante e l’altra comunque bisogna attendere un’oretta. Ricorda che solitamente i legni di latifoglia (faggio, castagno, frassino…) sono meno assorbenti e quindi ogni mano sarà meno carica di vernice rispetto alle pennellate su legni di conifera (abete, pino, larice…).

Ricorda che l’effetto sbiancante varia (e anche significativamente) in funzione dell’essenza legnosa. Nel video, per aiutarti nella scelta, mostro sia gli impregnanti su un legno chiaro che su un’essenza scura. Se sei un tipo prudente, ti consiglio di fare una prova su un campione a parte.

*Preservanti del legno, approfondisci

Quando una vernice può essere definitiva preservante?

La Direttiva Europea 98/8/CE (valida su tutto il territorio dell’Unione) prevede che gli impregnanti possano dichiarare un’azione preservante solo se sottoposti ad autorizzazione come “prodotto biocida” presso il ministero competente dello Stato membro dell’Unione Europea dove il prodotto viene commercializzato (il ministero della Salute, nel caso dell’Italia). Tale autorizzazione può essere ottenuta soltanto dopo il superamento di severissimi test finalizzati alla valutazione dei rischi legati alle caratteristiche del prodotto e alla sua efficacia. Tutte queste valutazioni sono contenute nel dossier di autorizzazione che i produttori consegnano all’autorità competente nei tempi dovuti.

Quindi cos’è una vernice biocida?

La preservazione del legno è affidata ai “[…] preparati contenenti uno o più principi attivi, presentati nella forma in cui sono consegnati all’utilizzatore, destinati a distruggere, eliminare, rendere innocui, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo con mezzi chimici o biologici”. È questa la definizione di prodotto biocida delineata dalla Direttiva Europea 98/8/CE, anche conosciuta come Direttiva Biocidi (BPD, Biocidal Products Directive).

E se un produttore non sottopone le proprie vernici impregnanti ad autorizzazione ministeriale?

Non può immettere o mantenere sul mercato prodotti che vantano azione preservante per il legno. Se lo fa, è fuorilegge. Non sottovalutare i rischi di questa pratica. Non è solo una pratica commerciale scorretta. C’è in ballo la salute delle persone. E, in seconda istanza, la qualità e la durata dei manufatti in legno. Puoi difenderti dai prodotti che recano etichette mendaci. Se hai un dubbio, puoi contattare il Ministero della Salute – Direzione generale dei farmaci e dei dispositivi medici.

Effeffe

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